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Roma mia,
terra d’infanzia,
terra di giovinezza,
terra del mio sentire,
amore sviscerato.
I tuoi vicoli, come vene,
brulicano di genti,
pensieri diversi e stranieri ne fanno l’odore.
Io ti chiamo Roma,
ma di certo ognuno
ha la sua Roma.
Quando passeggio per le tue strade,
trovo tutto e niente
di ciò che eri.
Rovisto nel tuo grande baule di cose andate
e ci ritrovo la tua bellezza,
un po’ sfiorita,
un po’ ferita,
ma per questo io
t’amo di più.
Lì c’era il palazzo de’ tali
e lì, ti ricordi,
abitava il signor tizio,
la nonna s’affacciava,
noi a Villa Celimontana.
Il mercato ha cambiato piazza,
ha perso le sue bilance con i pesi,
ora è al coperto, che comodità,
e così ancora e ancora
giro guardando,
ma non vedo più nulla.
Il bello della vita:
proprio il cammino,
il percorso che ci rinnova in ogni attimo
in un mondo nuovo,
un mondo al tempo stesso così antico,
una storia così viva
che ancora, Roma,
io non t’ho scoperta.
Laura Soro
Inserito il Novembre 3rd, 2012. Commenta
Zigana che balli
la notte andalusa
avvolta in uno scialle di seta
color rubino
e fili d’argento,
scintillio di stelle
brillano nei tuoi occhi
e nei folti capelli neri,
che cantano l’amore perduto,
nei tappeti verdi
della tua anima
e nei sentieri solitari
del tuo cuore.
…e là il pensiero
vaga e sogna,
s’illude e canta,
canta una nenia andalusa
di cuori svaniti
di cuori perduti
di cuori ammaliati.
Chimere che godono dell’anima
i pensieri lontani
e tu… bimba,
ti annulli al vento
chiudendo con le lacrime
i tuoi occhi lucenti e sognanti
di Primavera
sempre più lontana e solitaria.
… e balli balli nella notte
che pian piano si rischiara,
scolorando la malinconia
e tutti i tuoi pensieri.
Bella sei Donna Zigana.
Maria Flora Macchia
Inserito il Novembre 3rd, 2012. Commenta
部屋と海 (Heya to umi)
Nell’aria sospesa
silenzi di vita
spogli i ciliegi
lontano il sacro monte
e poi il mare
ladro di tenerezze
alito di lontananze
nell’aria sospesa
veli di inquietudine
nascondono pudichi
desideri futuri
verrà
dall’indistinto azzurro
verrà il sogno
dal suo notturno viaggio
Angela Esposito
Inserito il Novembre 3rd, 2012. Commenta
Eri lo scoglio dove io approdavo
stanca del lungo e incosciente navigare.
Eri la sabbia calda dove, infreddolito,
scaldavo il mio corpo fra le tue braccia sempre pronte ad accogliermi.
Ogni capello percepiva il calore ardente del tuo amore.
Ritrovavo l’antico nido sicuro che nulla poteva violare.
Come il mare raccoglievi i miei gridi di gioia,
i miei lamenti di dolore.
Ora quel corpo è arso, non può più scaldare e brucia su quel lino bianco.
Lo scoglio è umido, vischioso ed io scivolo in mare, urlo, affogo
e non puoi più salvarmi.
Le tue mani si tendono verso di me
ma io non so raggiungerle, afferrarle, stringerle.
Il tuo lamento affannoso stritola le mie ossa
ed io cado nell’abisso della morte con te
e poi… più nulla.
Rinalda Reandisi Cacchioni
Inserito il Novembre 3rd, 2012. Commenta
Nella presenza mi appare Roma
antiche vestigia, mitologia, leggende.
Plasmatrice nutrice della mia anima involucro del mio cuore
E’ primavera oggi! Un maggio.
Le cui energie fiaccano l’uomo stanco, ebbro di speranza.
Ecco – infatti “Il premio di Arte Capitolium”!
Gli artisti si stringono attorno – rinnovano energie,
Mentre pensieri magici avvolgono le loro menti.
E così passeggiando nel bel tramonto romano –
case di un rosa ambrato:
“ecco il campidoglio” – chissà perché – uno dei sette colli!
I glicini accompagnano la scalinata
Il ceruleo dei fiori dona un’aria festosa al giardino antico.
Maestosa – al centro – la statua “Marco Aurelio” – alta – enorme
L’imperatore romano maestro filosofo i cui pensieri
donano ancora saggezza all’anima!
Ma è l’arte – la creatività impulsi dell’uomo!
Al quale donano gioia di vivere – e forza senza mai resa
Arte – cara Arte!
Compagna di consapevolezza
Nella solitudine senza tempo.
Maria Muzi
Inserito il Novembre 3rd, 2012. Commenta
Non ti chiedo Signore miracoli o visioni, ma la forza di affrontare il quotidiano,
Preservami dal timore di poter perdere qualcosa nella vita.
Non darmi ciò che desidero ma ciò di cui ho bisogno.
Insegnami l’arte dei piccoli passi,
affinchè io possa continuare la mia carriera d’artista.
Francesco Cau
Inserito il Ottobre 31st, 2012. Commenta